Canone Rai fuori dalla bolletta elettrica dal 2023

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Approvato l’ordine del giorno, non vincolante per il Governo, che accoglie l’impegno preso dall’Italia con l’Ue.

Dal 2023, il canone Rai sarà pagato fuori dalla bolletta della luce. È questa la condizione che la Commissione europea ha posto al Governo italiano per ricevere i fondi del Pnrr: «Fuori tutti gli oneri non correlati al settore dell’energia elettrica».

L’ipotesi di scorporare il canone Rai dalla bolletta elettrica, a partire dal 2023, si è delineata con il via libera a un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (Misto) al decreto energia approvato alla Camera. Paxia ha sottolineato che, in tal modo, si darà «seguito all’impegno che l’Italia aveva con l’Ue europea di scorporare il canone Rai» in quanto «onere improprio».

L’ordine del giorno ha una valenza politica, ma non è vincolante per il Governo. Come precisa Il Sole 24 Ore: «È un atto di indirizzo, che ha carattere accessorio rispetto a un altro testo (in questo caso, il decreto Bollette) su cui l’Assemblea o una Commissione è chiamata a deliberare. Il documento circoscrive o precisa il significato della deliberazione principale, impegnando politicamente il Governo sul modo in cui essa vada interpretata o si debba procedere alla sua applicazione. Anche fonti di Governo mettono in evidenza che di tratta «solo» di un ordine del giorno».

Da luglio 2016, il canone di abbonamento alla tv per uso privato è stato inserito stabilmente nella bolletta della luce. Quindi, chiunque sia intestatario di un’utenza di energia elettrica nell’abitazione di residenza è tenuto a versare 90 euro all’Erario ogni anno, a prescindere dal numero di televisori posseduti. A meno che non si dichiari di aver diritto all’esenzione (per maggiori informazioni leggi l’articolo Canone tv Rai: in quali casi non si deve pagare?), il pagamento avviene mediante addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche in dieci rate mensili, da gennaio a ottobre.

Quali sono le conseguenze in caso di omesso versamento del canone Rai? La società elettrica segnalerà il mancato pagamento all’Agenzia delle Entrate. A questo punto, ci si potrà aspettare un accertamento o una rettifica da parte dello stesso Ufficio. Il contribuente ha la possibilità di difendersi presentando prove contrarie attestanti il mancato possesso del televisore, ma non potrà certo giustificarsi sostenendo che l’apparecchio non funzioni o non vengano intercettati i segnali della Rai. Si ricorda infatti che la tassa è sul possesso del televisore o di un analogo dispositivo di ricezione dei segnali televisivi, indipendentemente dall’uso che viene fatto.

Il provvedimento recepisce, come accennato, una raccomandazione fatta in tal senso dall’Unione europea, che non ha mai condiviso il fatto di attribuire ad una società privata la riscossione di una tassa. Un «onere improprio», secondo l’Ue. Inoltre, le compagnie elettriche hanno sempre contestato il fatto che, includendo l’abbonamento televisivo, la fattura della corrente sembrava più cara. Da qui, la decisione di Bruxelles di chiedere a Draghi lo scorporo del canone dalla bolletta.

Il Governo si era formalmente impegnato con l’Europa nel 2021 a togliere il canone tv dalla bolletta della luce «per motivi di trasparenza e rispetto della concorrenza». Per farlo, il premier si è servito del Pnrr, vale a dire il Piano nazionale di ripresa e resilienza legato al Recovery Fund, cioè ai fondi in arrivo dall’Unione per finanziare le misure anticrisi decise dall’Esecutivo.

L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, a proposito dell’ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia, ha ricordato che: «Il canone italiano è il più basso in Europa, così come il numero di giornalisti in organico in proporzione alle ore di trasmissioni autoprodotte. Il rischio è che lo scorporo dalla bolletta si traduca in una nuova corsa all’evasione. Se così fosse sarebbe in pericolo il servizio pubblico». Rischio che, a dire il vero, si corre già oggi, dal momento che numerosi utenti seguono serie tv e trasmissioni via Internet usufruendo gratuitamente del servizio Rai Play che la stessa Rai ha messo a disposizione.

Il Codacons, invece, sostiene «a pieni voti l’ordine del giorno al decreto Energia volto ad abolire il canone Rai nelle bollette elettriche degli italiani, misura introdotta nel 2016 da Matteo Renzi e che ha visto da subito la netta contrarierà dei consumatori italiani». A renderlo noto la stessa associazione dei consumatori.

«L’inserimento nel canone Rai – a tutti gli effetti l’imposta più odiata dagli italiani – nelle fatture elettriche ha rappresentato una vera e propria vessazione a danno degli utenti, che si sono ritrovati a pagare bollette più salate a causa della decisione del Governo Renzi», spiega il Codacons.

«La questione finì anche dinanzi al Tar del Lazio, dove la nostra associazione presentò un ricorso per contestare la misura in virtù dell’illogicità della riscossione di un tributo legato al possesso del televisore attraverso le bollette elettriche. Si apre finalmente uno spiraglio per una marcia indietro sulla questione, ma riteniamo – conclude l’associazione – che i tempi siano oramai maturi per procedere ad una abolizione totale del canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria».

Quotidiano del Condominio

 

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