Famiglie costrette a chiedere prestiti per pagare il bonus fiscale

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L’U.P.P.I. contro il decreto che blocca per sempre i crediti del superbonus

“Una vessazione ai limiti della costituzionalità”. È fortemente negativo il commento del presidente dell’U.P.P.I., Fabio Pucci, che ricorda l’allarme lanciato dai piccoli proprietari sin dall’inizio della revisione della norma, lo scorso marzo. Oggi, con l’approvazione definitiva in Parlamento del DL39/2024, si aggiunge lo “spalma-detrazioni”: niente più possibilità di usare subito il beneficio fiscale per antisismica e risparmio energetico, con effetto anche per chi ha già avviato i lavori e che ora dovrà fare debiti per pagare le imprese e sulle banche che non potranno più, dal 2025, compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali e assistenziali. Una inopportuna forzatura che l’U.P.P.I. vuole cancellare, chiamando alla mobilitazione i piccoli proprietari. Stiamo valutando anche la possibilità di avviare l’iter in Tribunale per chiedere l’incostituzionalità della norma, che costringerà, con la retroazione prevista, parte dei cittadini a vendere la propria abitazione per pagare i lavori di ristrutturazione, che avrebbero dovuto essere coperti con la cessione del credito. Un’ulteriore follia è prevedere la stretta sulle detrazioni per i lavori di ristrutturazione, con il bonus casa che, dal 2028 al 2033, scenderà al 30%. Il bonus è stato confermato anche per quest’anno al 50%, con un tetto di spesa detraibile di 96mila euro: ma dal 2025, salvo proroghe, l’aliquota scenderà al 36%, con un tetto che dovrebbe scendere a 48mila euro. Non ci pare questo il modo di incentivare gli italiani che a breve si troveranno davanti l’obbligo europeo di ristrutturare le abitazioni, pena la loro svalutazione.E’ inaccettabile cambiare le regole del gioco in itinere, costringendo i cittadini che si sono fidati dello stato a correre ai ripari indebitandosi per salvare le loro case.

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