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L’adeguamento Istat incide in maniera significativa nei contratti di affitto: l’adeguamento va, infatti, addizionato al canone di locazione mensile e, dunque, concorre a determinare il valore dell’affitto. L’adeguamento del canone di locazione cambia a seconda del contratto, così come può cambiare il soggetto sul quale ricade l’aumento (locatore o inquilino). Per chi ha stipulato un contratto concordato, la legge prevede un adeguamento annuale al 75% della rivalutazione Istat. Per chi invece ha stipulato un contratto libero (4 + 4 anni) l’aumento Istat può essere automatico o “a richiesta”. In ogni caso, è sempre bene riportare nel contratto una clausola con l’indicazione delle modalità di calcolo dell’adeguamento.
Per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti, si utilizza “l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi” (FOI), tale indice si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente.

Pubblicazioni Istat

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