Quando è obbligatorio registrare un comodato d’uso gratuito?

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Dare in prestito una casa: l’imposta di registro va versata in due casi. È possibile la registrazione tardiva con effetto retroattivo e sanante.

Non è facile comprendere quando è obbligatorio registrare un comodato d’uso gratuito. Se si consulta il sito dell’Agenzia delle Entrate si trovano solo indicazioni laconiche e piuttosto ostiche. In particolare si afferma che il contratto di comodato di un immobile deve essere registrato se:

redatto in forma scritta: in tal caso la registrazione deve essere effettuata entro 20 giorni dalla data dell’atto;
stipulato in forma verbale, solo se enunciati in un altro atto sottoposto a registrazione.
Sicuramente, chi non è esperto di diritto fiscale, nel leggere queste parole sarà rimasto con il dubbio e probabilmente non avrà ancora chiaro quando è obbligatorio registrare un contratto di comodato d’uso. Ecco perché, qui di seguito, proveremo a spiegarlo in modo ancora più semplice.

Il contratto di comodato deve essere per forza scritto?
Partiamo col dire che il contratto di comodato non deve essere per forza scritto. Può anche essere verbale e, ciò nonostante, essere ugualmente valido anche se ha ad oggetto immobili. Così, ad esempio, un padre può prestare la casa alla figlia affinché ne faccia il proprio tetto coniugale fino a quando non ha la disponibilità economica di comprarne una tutta sua. Insomma, anche il comodato di una abitazione che consente al comodatario di alloggiarvi per tutta la vita non richiede la forma scritta a pena di nullità.

Il più delle volte, però, la forma scritta è da preferirsi perché facilita la prova degli accordi stretti tra le parti: serve cioè a dimostrare, in un eventuale giudizio, le condizioni concordate tra comodante e comodatario, prima tra tutte la data di scadenza. Anzi, proprio a riguardo della data di scadenza, è necessario sottolineare l’importanza di tale previsione. Se infatti il contratto di comodato ha una scadenza prefissata, il comodatario dovrà abbandonare l’immobile una volta che questa sia sopraggiunta, senza poter opporre contestazioni.

Peraltro, in presenza di una data di scadenza, qualora la casa dovesse essere adibita a dimora coniugale, il giudice non potrà assegnarla al genitore presso cui vanno a vivere i figli, cosa che invece potrebbe fare in presenza di un comodato senza una scadenza.

Non dimentichiamo infine che la forma scritta è indispensabile se si vuole usufruire delle agevolazioni Imu previste dalla normativa.

Quando è obbligatorio registrare un comodato gratuito?
Alla luce di quanto abbiamo appena detto possiamo verificare quando è necessario registrare il contratto di comodato. In particolare:

per i beni immobili il contratto di comodato va obbligatoriamente quando viene redatto in forma scritta. Il che, come visto, è opportuno se si vogliono mettere “le cose in chiaro”, se si vuol dare valore alla data di scadenza, se si vogliono ottenere le agevolazioni fiscali. In tal caso la registrazione deve avvenire entro 20 giorni dalla data dell’atto. La tassa di registro da versare è di 200 euro;
per i beni mobili stipulato con scrittura privata non autenticata, la registrazione del comodato è necessaria solo in caso d’uso; tuttavia, se le parti ritengono opportuno attribuire data certa al rapporto giuridico raggiunto, è possibile effettuare uno scambio di corrispondenza commerciale. Nel caso però in cui il contratto sia stato stipulato con scrittura privata autenticata o con atto pubblico la registrazione è obbligatoria e l’imposta di registro è corrisposta in misura fissa (200 euro).
Diversamente se il comodato è concluso verbalmente l’imposta di registro non è mai dovuta, salvo nell’ipotesi di enunciazione in altri atti.

Come mandare via una persona in comodato?
Quando è in essere una contestazione in merito alla restituzione dell’immobile concesso in comodato, il comodante potrebbe dover dimostrare la data di scadenza del comodato, cosa che può fare solo se il contratto è: a) scritto; b) e quindi registrato.

Che cosa può fare però se, all’epoca, il contratto non è stato registrato? Nessun problema: in questi casi la Cassazione ammette la registrazione tardiva con effetto sanante retroattivo. In buona sostanza, è possibile – anche dopo la richiesta di restituzione dell’immobile – registrare il contratto di comodato così sanandone la nullità. In tal caso quindi si può procedere giudizialmente per ottenere la restituzione dell’immobile nonostante l’iniziale omissione della registrazione.

 

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