Tutto quello che c’è da sapere sull’inflazione

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L’aumento dell’inflazione può portare ad una grande riduzione del valore della moneta e del potere d’acquisto. E’ un fenomeno potenzialmente rischioso per l’economia di un Paese, dal momento che comporta la diminuzione di beni e servizi che possono essere acquistati con la stessa moneta. Ad agosto 2022, l’inflazione in Italia è stata di +8,4 punti percentuali. Proviamo a dare una definizione più precisa di inflazione e cerchiamo di capire quali sono le cause e gli effetti connessi a questo fenomeno.

Definizione di inflazione e nozioni di base

L’aumento progressivo e sostenuto del livello generale dei prezzi di beni e servizi di un Paese viene chiamato inflazione. Il rincaro, per essere definito inflazione, deve riguardare diverse voci di spesa e viene analizzato mensilmente o annualmente dai diversi Paesi, prendendo in considerazione differenti panieri di prodotti e servizi.

Il rincaro dei prezzi dei panieri nell’arco di una specifica finestra temporale comporta la diminuzione del potere d’acquisto della moneta. In altre parole, quando aumenta l’inflazione, con lo stesso ammontare di denaro è possibile acquistare una quantità inferiore di beni e servizi.

Con l’indice dei prezzi, i Paesi controllano Il livello medio dei prezzi di beni e servizi all’interno di uno specifico periodo di tempo. Si tratta di una misura statistica che viene calcolata facendo la media ponderata del prezzo dei beni considerati. Il tasso di inflazione, invece, misura i cambiamenti rilevati nell’indice dei prezzi nell’arco di un periodo specifico di tempo.

Le tre tipologie di inflazione

Partendo dalla variazione dell’indice dei prezzi e, dunque, dal tasso di inflazione, è possibile distinguere tre diverse tipologie di fenomeno, ovvero:

  • l’inflazione strisciante: si verifica con un tasso a una singola cifra, comunque inferiore al 10%;
  • l’inflazione galoppante: si verifica con tasso compreso tra il 10% ed il 20%;
  • l’iperinflazione: si verifica quando il tasso di inflazione supera il 20%.

L’aumento generalizzato e continuativo dei prezzi derivante dalla prima tipologia di inflazione non è necessariamente preoccupante per l’economia di un Paese. In particolare, la BCE considera auspicabile un tasso di inflazione costante che non superi il 2%, in quanto gestibile.

Al contrario, l’inflazione galoppante presenta un tasso che potrebbe influire molto negativamente sulle famiglie a basso reddito. Infine, l’iperinflazione è un fenomeno molto rischioso, tale da poter portare il Paese a una situazione di depressione economica.

Le cause principali dell’aumento del livello generale dei prezzi 

Esistono varie teorie macroeconomiche che cercano di spiegare da dove provenga il fenomeno del rialzo dei prezzi di beni e servizi. Le cause principali dell’inflazione sono:

  • l’eccesso di domanda rispetto all’offerta: la scuola economica di John Maynard Keynes sostiene che l’aumento dei prezzi avvenga nel momento in cui la crescita globale della domanda di beni e servizi risulta essere più veloce rispetto a quella dell’offerta;
  • l’aumento dei costi di produzione: secondo questa teoria, l’inflazione si verifica quando i prezzi di beni e servizi aumentano per permettere alle imprese di fronteggiare l’aumento dei costi delle materie prime impiegate nella produzione;
  • la grande espansione dell’offerta di moneta: questa teoria, anche conosciuta come inflazione da eccesso di moneta, sostiene che l’aumento del livello generale dei prezzi sia dovuto ad un eccesso di offerta di moneta da parte delle banche centrali.

Le cause dell’inflazione, dunque, sono molteplici e dipendono dal tipo di approccio che gli economisti intendono seguire nello studio del fenomeno.

Come viene misurata l’inflazione

Per calcolare l’inflazione gli istituti di statistica costruiscono dei panieri di beni e servizi rappresentativi dell’economia del Paese. L’inflazione in Italia viene calcolata dall’ISTAT, il quale produce tre principali indici:

  • l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC): serve a misurare il tasso di inflazione a livello nazionale;
  • l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA): consente di ricavare una misura dell’inflazione comparabile con gli altri Stati membri dell’UE;
  • l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI): utilizzato per le rivalutazioni monetarie.

Ogni mese, i prezzi dei panieri vengono aggregati e viene calcolata la variazione dei loro prezzi. In tal modo, si ottiene la misura esatta dell’inflazione del Paese. I panieri presi ad esempio per l’inflazione vengono cambiati ogni anno in modo da fotografare i comportamenti d’acquisto delle famiglie, tenendo conto dei cambiamenti attuati effettivamente dai cittadini.

L’inflazione in Italia

Il grafico di inflazione in Italia, 2022 incluso, è presente online su diverse piattaforme e, grazie a questo, è possibile in maniera semplice e veloce prendere visione dello storico dell’inflazione in Italia. Rispetto all’inflazione del 2019(annuale) registrata nel Paese, pari allo 0,49%, l’inflazione del 2021 è aumentata di più di 3 punti percentuali, arrivando al 3,90% (da dicembre a dicembre).

L’ultimo dato ISTAT è calcolato su base mensile e riguarda l’inflazione in Italia di agosto 2022, pari all’8,4%, quasi un punto percentuale in più rispetto al mese di luglio. L’inflazione oggi (inflazione media in Italia) è pari al 5,6%, se si prende in considerazione il periodo tra settembre 2021 e l’ultimo dato sull’inflazione di agosto 2022.

Che cos’è l’inflazione in parole semplici?

L’inflazione è un rincaro di ampia portata dei prezzi di beni e servizi. L’aumento dei prezzi dei prodotti comporta, nel corso degli anni, la riduzione del potere d’acquisto della moneta in uso in un determinato Paese. Pertanto, se l’inflazione aumenta, è possibile acquistare meno prodotti o servizi rispetto alla situazione precedente con il medesimo stipendio.

Cosa succede quando aumenta l’inflazione?

L’aumento dell’inflazione comporta la perdita del potere di acquisto dei cittadini di un Paese, il che vuol dire poter acquistare meno beni e servizi con la stessa somma di denaro. Un effetto del fenomeno dell’inflazione riguarda il calo di competitività dei prodotti nazionali nei mercati all’estero, con il conseguente aumento di importazioni a scapito delle esportazioni.

Quanto è l’inflazione in questo momento?

L’ultimo dato disponibile è quello di agosto 2022: l’inflazione in Italia è pari all’8,4%, con una variazione dello 0,8% rispetto a luglio, quasi un punto percentuale in più rispetto al mese precedente. Da settembre 2021 ad agosto 2022, l’inflazione media in Italia è del 5,6%.

Quanto è l’inflazione 2022?

L’inflazione media in Italia nell’anno 2022 è pari al 5,6%, con l’ultimo dato rilevato ad agosto 2022, pari all’8,4%.

Fonte: Idealista.it

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