La casa green taglia le bollette

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Consumi intelligenti per tagliare la bolletta energetica della casa con l’estate che avanza. E ridurre la dipendenza dal metano, che in tempi di guerra Russia-Ucraina, con l’impennata dei prezzi, non è cosa da poco. Un mix di comportamenti virtuosi, climatizzatori più efficienti e utilizzo di fonti rinnovabili può far risparmiare a livello nazionale fino a 1,8 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Rappresentano un vero e proprio decalogo i consigli dell’Enea, l’agenzia nazionale per l’energia: vanno applicati nella stagione più calda senza tuttavia rinunciare al comfort negli immobili.

Due mosse. È essenziale nella climatizzazione estiva degli immobili aumentare la temperatura interna da 26 a 28 gradi centigradi, chiudendo le persiane quando non si è in casa e schermando le finestre esposte a sud e a est: così si può decurtare fino al 50% il consumo di elettricità, con il risparmio che varia in funzione di come l’abitazione è esposta ai raggi del sole. Poniamo che il 30% dei 25,7 milioni di famiglie italiane abbia due condizionatori interni in funzione per 350 ore l’anno: in due sole mosse si potrebbero risparmiare fino a oltre 1,3 miliardi di kilowattora elettrici, che corrispondono a circa 100 milioni di metri cubi di metano in un anno. Se solo il 5% delle famiglie sostituisse il suo apparecchio agée con uno di massima efficienza, si risparmierebbero 180 milioni di kilowattora elettrici, cioè 14 milioni di metri cubi di gas in un anno. Ma il taglio più grande, 1,7 miliardi di metri cubi l’anno, può arrivare dai pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria: il dato scaturisce ipotizzandone l’installazione da parte di circa 9,75 milioni di famiglie, di cui l’80% vive in case unifamiliari, dove i lavori sono più semplici, e il restante 20 in condominio; la fonte rinnovabile può coprire il fabbisogno di una famiglia da aprile fino a ottobre, evitando l’impiego di 175 metri cubi.

Su il termostato. Fondamentale la scelta del modello di condizionatore. Meglio la classe energetica superiore alla A: riduce sia la bolletta sia le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Per legge, d’estate, la temperatura interna non può scendere sotto quota 24-26, ma due o tre gradi in meno rispetto quella esterna risultano sufficienti. E la funzione «deumidificazione» combatte la sensazione di caldo opprimente. Se il termostato sale da 26 a 28 gradi, il consumo scende del 25%, considerando le diverse zone climatiche, le differenti caratteristiche delle abitazioni e 350 ore di funzionamento medio dell’impianto. Poniamo che una famiglia possieda due condizionatori in classe energetica intermedia per un consumo complessivo di 346 kilowattora l’anno: il risparmio sarebbe di circa 87 kwh; ipotizzando che il 30% delle famiglie italiane possieda un impianto di raffrescamento, il beneficio sarebbe di 669 milioni di kwh elettrici, dunque 52 milioni di metri cubi di metano. Ma attenzione, chiudere le persiane durante le ore più calde può dare sollievo anche al portafoglio: consente di tagliare di un quarto il consumo di partenza, circa 85 kilowattora a famiglia, riducendo l’energia richiesta dai climatizzatori; moltiplicando per il 30% delle famiglie il risparmio è di 658 milioni di kwh, vale a dire 51 milioni di metri cubi di metano; se invece soltanto metà delle famiglie che hanno un climatizzatore decide di schermare i serramenti durante le ore centrali della giornata, il risparmio complessivo si riduce a 26 milioni di metri cubi di metano.

Dispersioni da evitare. Preferibile rispetto ai modelli on-off il condizionatore con tecnologia inverter: costa di più, ma consumo e rumore risultano minori. E risulta più indicato quando si tiene accesa l’aria condizionata per molte ore: la velocità di rotazione del compressore è regolata in modo costante, adeguando la potenza erogata all’effettiva necessità. Va montato, poi, nella parte alta della parete: l’aria fredda tende a scendere e si mescola più facilmente con quella calda, che tende a salire. No al posizionamento dietro divani o tende: fa un effetto-barriera contro l’aria fresca. Bocciata anche l’installazione di un solo modello potente nel corridoio dell’abitazione: non rinfresca tutta la casa ma soltanto la zona di passaggio. Devono essere tenute rigorosamente chiuse porte e finestre aperte quando la macchina è in funzione: altrimenti l’ingresso di nuova aria calda nella stanza obbliga il motore a sforzi supplementari. Ancora. Per evitare inutili dispersioni è necessario isolare termicamente i tubi del circuito refrigerante all’esterno dell’abitazione. Opportuno assicurarsi che la parte esterna del climatizzatore non sia esposta al sole e alle intemperie. Utilizzando il timer e la funzione «notte» si riduce al minimo il tempo di accensione dell’apparecchio e si aumenta il comfort nei locali.

Costi-benefici. Fondamentali pulizia e manutenzione degli apparecchi. I filtri dell’aria e le ventole devono essere ripuliti alla prima accensione stagionale e almeno ogni due settimane: è lì che di frequente si annidano muffe e batteri dannosi per la salute, ad esempio la legionella, che può essere mortale. Importante controllare la tenuta del circuito del gas. La normativa prevede l’obbligo del libretto impianto e di controlli periodici per gli impianti con una potenza superiore a 10 kilowatt per quelli invernali e a 12 per quelli estivi. Altra dritta: sostituire le lampadine incandescenti con i modelli a led. Gli apporti di calore dovuti all’illuminazione, infatti, costituiscono una parte non trascurabile del carico termico all’interno delle abitazioni. Le lampade a incandescenza, in particolare, trasformano in calore il 90 per cento dell’energia elettrica assorbita, in parte dissipato nell’ambiente per radiazione (80 per cento), in parte per convezione e conduzione (10 per cento); i modelli a led, invece, consumano molto meno e producono un calore minimo, riducendo il fabbisogno per raffrescamento.

L’installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici, poi, può permettere alle abitazioni di essere completamente indipendenti dalle forniture esterne di corrente elettrica o altri combustibili. Sempre utile sottoporre la casa o l’appartamento a un check-up energetico: chiedere a un tecnico di effettuare una diagnosi energetica dell’edificio è il primo passo per valutare lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare, valutando il rapporto costi-benefici.

Agevolazioni fiscali. Occhio, infine, agli incentivi fiscali per la sostituzione degli impianti esistenti e l’installazione di soluzioni tecnologiche ad alta efficienza. Per gli impianti solari termici è possibile accedere al conto termico 2.0, alle detrazioni fiscali del 50 cento, il bonus casa, e del 65 per cento, l’ecobonus. Idem vale per l’installazione di pompe di calore, se servono a sostituire il vecchio impianto termico. Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, invece, l’incentivo da considerare è il bonus casa con detrazione al 50 per cento.

Fonte italiaoggi

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